Parco dello Storga, un bene comune dei trevigiani

PARCO DELLO STORGA, UN BENE COMUNE DEI TREVIGIANI

Il Parco dello Storga è un’area protetta gestita dalla provincia di Treviso, istituita negli anni ‘90 con lo scopo di tutelare il patrimonio naturalistico ed etnografico locale. Si estende tra i comuni di Treviso e Carbonera su un’area di 67 ettari nei quali sono proibite la caccia e la pesca.

Il parco è caratterizzato da diversi ambienti, che comprendono aree in rimboschimento (49 ettari), campi chiusi, uno stagno artificiale circondato da canneto, siepi perimetrali e soprattutto dalle risorgive del fiume Storga, un affluente di sinistra del fiume Sile, le cui sorgenti si trovano a nord-est di Treviso nella zona di Sant’Artemio.

La maggior parte dei fiumi della Marca sono alimentati dai fontanili o polle risorgive; le acque sotterranee provenienti dalle montagne, quando nel sottosuolo incontrano strati di sedimenti impermeabili, affiorano e danno origine alle sorgive. Le sorgive sono caratterizzate da una portata continua e da una temperatura che oscilla tra i 10° e 14°.

La vegetazione arborea è molto varia e caratterizzata da specie autoctone tipiche della pianura Padano-veneta come la farnia, il carpino bianco, l’olmo campestre, l’acero campestre, il frassino e il nocciolo. Nelle zone più prossime agli acquitrini e ai corsi d’acqua si incontrano invece le specie cosiddette igrofile, che prediligono gli ambienti umidi, come i pioppi, i salici e l’ontano nero.

Anche la flora erbacea è molto ricca, differenziandosi a seconda degli ambienti in cui si trova (bosco, prato, acquitrino, fiume) e presenta diverse specie di fiori ormai divenute rare. In particolare a seconda del gradiente idrico al suolo si distinguono: la vegetazione acquatica (con le radici immerse nell’acqua), la vegetazione palustre (costanza e variabilità delle presenza dell’acqua) e la vegetazione ripariale (del bordo dei corsi d’acqua e degli stagni) caratterizzata dalla modalità di disposizione delle specie vegetali tipica.

Il Parco dello Storga inoltre è rifugio e luogo di riproduzione di diverse specie di mammiferi (scoiattolo, volpe, donnola, faina, etc.) e numerosissime specie di uccelli – finora 120 censite – acquatiche e non. Notevoli anche la comunità di rettili e anfibi tra cui si possono annoverare la rana di lataste, il tritone punteggiato e la tartaruga palustre europea e quella degli insetti, in particolare le farfalle. Un vero e proprio scrigno di biodiversità a due passi dal centro di Treviso.

PERCHÉ LE ZONE UMIDE COME IL PARCO DELLO STORGA SONO COSÌ IMPORTANTI?

Le zone umide sono ambienti che hanno un’estrema importanza sul territorio da diversi punti di vista:

Idrogeologico. Ricoprono un’importante funzione nell’attenuazione e regolazione dei fenomeni naturali come le piene dei fiumi. Le paludi lungo i corsi d’acqua, ad esempio, hanno un effetto a “spugna”: raccolgono le acque durante le piene, diluendo inquinanti e rallentando il deflusso delle acque e riducendo il rischio di alluvioni, restituiscono, poi, al fiume, durante i periodi di magra, parte delle acque accumulate. Sono, inoltre, importanti serbatoi per le falde acquifere.

Chimico – fisico. Sono “trappole per nutrienti”. La ricca e diversificata vegetazione delle zone umide conferisce a questi ambienti la capacità di assimilare nutrienti (composti di P, N) e la possibilità di creare condizioni favorevoli per la decomposizione microbica della sostanza organica. Sono dei “depuratori naturali”.

Biologico, sono serbatoi di biodiversità. Paludi, delta dei fiumi, torbiere e, comunque, tutte le zone umide sono tra gli ambienti con la più elevata diversità biologica. Rappresentano, a livello mondiale, una delle tipologie di habitat più importanti per la conservazione della biodiversità. Tra gli uccelli minacciati di estinzione a livello mondiale, ad esempio, 146 specie dipendono dalle zone umide, che rappresentano il terzo gruppo di ambienti per numero di specie minacciate (dopo le foreste e le praterie/savane).

Produttivo. Molte zone umide, soprattutto costiere, sono estremamente importanti per la riproduzione dei pesci e di conseguenza per la pesca. Lagune e laghi costieri, inoltre, ricoprono grande importanza per l’ittiocoltura o la molluscocoltura.

Fruitivo e/o educativo. Le zone umide sono utilizzate per svariate attività, tra cui il birdwatching che è divenuta simbolica del cambiamento di approccio verso questi ambienti. Le Oasi WWF e LIPU ad esempio costituiscono luoghi elettivi per l’osservazione dell’avifauna acquatica e sono visitate da migliaia di persone all’anno.

Culturale e/o scientifico. Ad esempio, dallo studio dei profili pollinici nelle torbiere è possibile ricostruire le vicende ecologiche, climatiche ed evolutive del territorio in cui questi ambienti sono situati. Inoltre, molte zone umide ancora attualmente presenti testimoniano passate attività umane (fontanili, marcite, macereti…).

PERCHÉ IL PROGETTO DELLA CASA DI RIPOSO E’ SBAGLIATO

La costruzione di un’opera simile, comporterebbe l’impermeabilizzazione di un’ampia superficie andando a stravolgere l’equilibrio di un ecosistema estremamente delicato come quello di risorgiva. Le conseguenti soluzioni per la depurazione delle acque di scolo inoltre metterebbero a rischio inquinamento le acque di risorgiva.

IN SINDACO E IL CONSIGLIO COMUNALE FACCIANO CHIAREZZA

Prendo atto della dichiarazione del Sindaco Conte che dice “A ridosso dello Storga non si farà nessuna casa di riposo, non posso però non rilevare che è stato un Atto pubblico del Comune di Treviso a rendere possibile la presentazione del progetto con la trasformazione della destinazione d’uso dell’area da “opere pubbliche” a “opere di interesse pubblico”.

E facendo mio il detto “carta canta e villan dorme”, non per non volermi fidare delle dichiarazioni del Sindaco, chiedo che Mario Conte e il Consiglio Comunale facciano chiarezza e modifichino la destinazione d’uso, ripristinando quella precedente.

Come già detto anche da altri, si verifichi la possibilità di realizzare un’opera di quel tipo nell’area dell’ex Brefotrofio, e si vada a creare, in modo sostenibile (leggero e senza ulteriore cemento, vista la delicatezza dell’area, un parco urbano fruibile dalla cittadinanza.

Dott. Luca Saccone – Direttivo Provinciale Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana

Referente parchi, verde e benessere animale Europa Verde Verdi del Veneto