Rapporto ARPAV e Panevin

Il Rapporto ARPAV 2023 sulla qualità dell’aria, pur con luci ed ombre pare evidenziare una tendenza positiva, con una riduzione media degli inquinanti presenti in atmosfera in Veneto.
Significa a nostro avviso che si è imboccata la strada giusta, quella che noi Europa Verde Verdi sosteniamo da sempre, con il miglioramento del parco circolante di automezzi, l’efficienza energetica degli edifici (che riduce il fabbisogno di combustibili), il miglioramento delle stufe a legna (che rappresentano la criticità emergente negli ultimi anni).


I miglioramenti, che ci sono, non sono purtroppo abbastanza significativi, in particolare, per quello che riguarda la Provincia di Treviso, resta sopra la soglia il numero di sforamenti per il PM10 in città di Treviso, con 58 superamenti del valore giornaliero di PM10 alla centralina di Via Lancieri di Novara, e 63 in quella di Strada di Sant’Agnese; e forse per quest’ultima l’attività dell’Aeroporto Canova ha un impatto significativo.


Aver imboccata la strada giusta non significa che ci si possa sedere sugli allori, anche perché la situazione resta critica, con elevata probabilità di insorgenza di malattie a causa dell’inquinamento dell’aria, ma che si deve spingere con ancora maggiore attenzione per la riduzione dello stesso.
A nostro avviso i settori che necessitano di maggiore attenzione sono il traffico, per il quale il graduale passaggio ai motori elettrici non appare più rinviabile e il finanziamento del trasporto pubblico locale, per il quale rilanciamo la nostra proposta di reintroduzione di linee di filobus a Treviso, e l’efficienza energetica degli edifici, che ha un valore positivo non solo per l’inverno, ma stante l’aumento delle temperature connesso alla crisi climatica, anche per il mantenimento di condizioni ottimali all’interno degli edifici, riducendo i consumi complessivi per renderli pienamente vivibili a chi li abita.


Vanno inoltre ridotti anche gli inquinamenti derivati dai Panevin, non si tratta di abbandonare una tradizione, ma di bloccarne gli eccessi; la civiltà contadina da cui proveniamo era basata sulla frugalità, e non sullo spreco: non servono Panevin sempre più grandi, ma il recuperare il senso profondo dello stare insieme e della condivisione, e questo si può e si deve fare anche intorno a falò molto più piccoli di quelli attuali.

Stefano Dall’Agata – Esecutivo Provinciale Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana

Favole e PM10

In riferimento all’articolo apparso sul Gazzettino di giovedì, 27 Gennaio 2022

In risposta al Direttore del Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente Rodolfo Bassan

Europa Verde – Verdi della Marca Trevigiana

Sembra una bellissima favola, per risolvere il problema dell’inquinamento da PM 10 basterebbe cambiare auto, continuare magari con le targhe alterne, cambiare caldaia, ed entro pochi anni, come per magia, l’inquinamento potrebbe abbassarsi. Peccato che non sia proprio così. E non sia solo attraverso la riduzione del totale emissivo che si riducano gli effetti nocivi. Soprattutto “rientrare nei limiti di legge” non significa aria pulita.
A Treviso l’inquinamento non si sente solo nel naso, attraverso quel particolare odore che conosciamo tutte e tutti, ma  nei polmoni, dove va a finire non solo il PM 10, di cui si parla nell’articolo, ma anche i pm da 2, 5 a 0,1. Questi arrivano addirittura fino al sangue causando malattie delle quali sentiamo sempre più spesso parlare.

Per limitare l’inquinamento ci sarebbe bisogno di una pianificazione urbanistica che tenga conto del Verde pubblico. Lo diciamo in modo molto semplice: gli alberi puliscono l’aria e apportano ossigeno. Si tratta di servizi ecosistemici essenziali, come viene scritto  chiaramente nella Strategia nazionale per il verde urbano redatta dal Ministero dell’ambiente nel 2018, auspicando la creazione di foreste urbane. Non sembra questo stia avvenendo: anche se dai dati ISTAT risulta che la città si sia dotata di un censimento e di un piano del verde nel 2018, la disponibilità di verde urbano è ferma a 18,7 m² per abitante, contro 38 di Padova e i 43 di Venezia.
Bisognerebbe fare prevenzione, tenendo conto del fatto che la maggioranza delle criticità meteorologiche sono legate al progressivo consumo di suolo , quindi alla conseguente  eliminazione delle aree verdi.
Gli eventi estremi a livello locale possono essere limitati da una corretta gestione urbana e territoriale. Molte città europee hanno redatto i cosiddetti ” piani di adattamento”, attraverso progetti urbanistici di adeguamento che pianificano i temi del rischio davanti ad una prospettiva climatica in mutazione, progettando soluzioni a lungo termine.

Inoltre, basta guardare ad altre nazioni europee dove si costruiscono piste ciclabili e si incentiva l’uso dei trasporti pubblici, in particolare quelli ecologici, per capire che i metodi adottati sono attualmente privi di lungimiranza.

Teniamo comunque conto dei piccoli progressi, ma auspichiamo che si vada nella direzione giusta verso un approccio alle problematiche sull’inquinamento, ottimale e risolutivo dal punto di vista  ambientale sociale.Non favole ma una risposta ecologica- adattativa, che guardi al futuro, per il bene dei trevigiani.

Elisa Casonato e Daniele Tiozzi  coportavoce Europa Verde Verdi Marca Trevigiana

Lucia Ammendolia – Europa Verde – Verdi della Castellana
Amedeo Fadini – Europa Verde Verdi Sinistra Piave

Il Terraglio oggi
Il Terraglio un secolo fa

La rinascita dei Verdi della Castellana

Ringraziamo Il Gazzettino per l’attenzione e l’articolo:

La rinascita dei Verdi: «Alternativi alla Lega»

Immagine rielaborata, originale da Wikipedia

CASTELFRANCO
I Verdi tornano nella Castellana. Già 11 le adesioni al nuovo circolo, ma in vista delle elezioni si preparano a una coalizione contro la Lega.

«Castelfranco in questi anni si è ridotta sempre di più a un centro commerciale massacrando le piccole attività. Noi punteremo a renderla attrattiva sotto altri aspetti» affermano Alberto Freschi e Giovanni Colombo, entrambi attivi nei comitati locali per la tutela dell’ambiente. Durante il primo incontro ufficiale, si sono confrontati con altri cittadini. Erano presenti nuovi volti ed ex affiliati, tra i quali anche l’ex consigliere provinciale Massimo Falcoz.

Solo qualche settimana fa i Verdi avevano firmato il manifesto di intenti scritto a più mani da forze politiche di centrosinistra (Pd e Lista Fiscon), comitati e associazioni, condividendo con loro la volontà di coinvolgere i cittadini e le idee ambientaliste e di sostenibilità. «Quella firma era una prima fase a cui erano state invitate tutte le forze politiche d’opposizione -spiegano Colombo e Freschi- Da quelle parole dovrà poi nascere un progetto politico e in merito a quello faremo le nostre valutazioni. In ogni caso noi faremo parte di una coalizione alternativa all’attuale amministrazione. La Lega in questi anni è andata controcorrente rispetto alla nostra visione politica e anche di città».


IL PROGRAMMA
Nel frattempo è stato stilato un programma di massima a forte connotazione ambientalista, a partire dalla volontà di ripristinare la commissione paesaggio in Comune, fino alle manovre antismog. «É importante che vengano posizionate in maniera stabile delle centraline Arpav sul territorio con la trasmissione settimanale dei risultati -afferma Colombo- Inoltre, per mitigare lo smog e anche per un fattore estetico, proponiamo la piantumazione di più alberi».

Nell’ottica di una città più green, i Verdi punteranno anche alla pedonalizzazione di piazza Giorgione e a riprendere in mano la questione Pedemontana. «Negli anni 90 i Verdi avevano fatto in modo che la Pedemontana non fosse un’autostrada proponendo che si facesse una superstrada sui sedimi stradali già esistenti e gratuita -sottolinea Freschi- La Spv ha però le caratteristiche di un’autostrada e sta modificando il territorio». (lr)